Rilancio Lombardia, 167 mln di euro per categorie escluse dal decreto ristori

“Non era facile trovate un pacchetto di misure eque e trasversali, per aiutare tutte le categorie che sono in difficoltà oggi, a causa del lockdown e della pandemia, ma crediamo di aver fatto un buon lavoro”.

Così l’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Mattinzoli ha definito l’impianto di ristoro messo a punto dalla Giunta lombarda e presentato oggi dal presidente Attilio Fontana.

“Pur volendo puntare sull’equità, ci siamo concentrati maggiormente sulle microimprese – ha aggiunto Mattinzoli – perché questo target è quello che versa nella peggior crisi di liquidità, a quanto ci risulta. Ma non abbiamo dimenticato nessuno, dal momento che abbiamo ragionato in una logica di filiera, sapendo che se è andato in crisi un comparto, tutti i portatori d’interesse e i fornitori ne sono stati toccati, senza esclusione”.

“Si sostiene insomma, con misure di credito senza rischi e poca burocrazia, l’impresa a tutto tondo, che è il modo per aiutare la società e le famiglie lombarde” ha concluso.

“Un provvedimento importante – sottolinea l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro Melania Rizzoli – che si rivolge ai ‘dimenticati’ dai cosiddetti “decreti ristori” del Governo. Mi riferisco in particolare ai lavoratori autonomi senza partita IVA, iscritti alla gestione separata Inps e privi di qualunque forma di integrazione del reddito. A questa platea destineremo un sussidio di partecipazione alla nostra Dote Unica Lavoro di 1.000 euro

“Con la stessa Dote Unica Lavoro quale strumento unitario delle politiche attive lombarde e con Garanzia Giovani – prosegue – ci rivolgiamo però a tutti: ai lavoratori sia in smart working che potrebbe seguire corsi di qualificazione per i quali offriamo sostegno alle aziende; ai giovani che non studiano e non lavorano; ai disoccupati sopra i 55 anni e a chi è in Cassa integrazione (150 ore di formazione per riqualificarsi)”.

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